Ormai da quasi vent’anni vengo tutte le estati in vacanza nella marina di Nardò più precisamente a Porto Selvaggio vero e proprio patrimonio naturalistico
Per arrivarci però è necessario costeggiare in macchina la strada che porta verso due paesini che per quanto siano piccoli e poco abitati (soprattutto d’inverno) nascondono vere e proprie ricchezze architettoniche.


Parliamo di Santa Caterina e Santa Maria al bagno, distanti fra loro poco più di un km.
All’interno dei due paesini sorgono alcune tra le più belle ville di tutta la Puglia le cosiddette Ville delle Cenate. Facilmente raggiungibili perchè molte di esse sorgono proprio sulla strada principale che collega i due paesi quindi è assai probabile che se siete venuti in questa zona il vostro sguardo si sia perso e innamorato di queste meraviglie. Ma come me vi sarete chiesti : chissà che storia avranno…
Sono le ville eclettive delle Cenate. Il nome deriva da una varietà di uva che in passato veniva coltivata nel posto, l’ acenata ma queste ville sono state fondamentali anche per un altro motivo. Durante la seconda guerra mondiale, a Santa Maria al bagno e nelle Cenate, fu istituito un campo di accoglienza profughi, chiamato Campo 34 per accogliere gli ebrei sfuggiti e sopravvissuti ai nazisti.

Per costituire questo campo i palazzi e le ville del posto, che erano di seconda residenza, furono temporaneamente requisite ai proprietari affinché i profughi vi potessero alloggiare, in attesa di raggiungere la tanto agognata terra promessa cosi i profughi ebrei divennero parte integrante della comunità, trovando a Santa Maria al Bagno il riparo necessario.

Molte di esse sono sorte tra la fine del secolo XIX e l’inizio del successivo e sono una chiara espressione di quel recupero ottocentesco degli stili più vari definito Eclettismo.
Per capirci meglio questo stile non è altro che la mescolanza dei migliori stilemi ripresi da diversi movimenti architettonici, storici e anche esotici. Ed è quindi normale che le ville di questa zona siano una diversa dall’altra e non deve stupire se certi elementi architettonici di epoche diverse siano disposti anche uno accanto all’altro.
Ogni volta che quindi passavo di qui mi dicevo “io devo saperne di più fermarmi e fotografarle” : certo non è cosa facile nel senso che la strada non permette una bella passeggiata a bordo strada in totale sicurezza per ammirarle da vicino quindi mi dispiace deludervi ma non esiste un itinerario podistico a riguardo.
Una mattina con poco traffico con la macchina ho percorso lentamente la strada e mi sono fermata davanti al cancello di ogni villa in maniera tale da poterla fotografare. Alcune di esse sono facilmente visibili altre meno per via degli alberi che ne ricoprono la facciata ma è un giro che vale la pena di fare.

 

VILLA DE MICHELE (già Saetta 1892)

Villa Saetta fu commissionata alla fine del 1800 dal cavalier Lorenzo Saetta al nobile architetto Arditi, famoso nel Salento per aver progettato la struttura di diverse residenze di un certo calibro.
Verso la fine del ‘700, era già stata costruita, nello stesso giardino, una dimora molto più piccola, che venne quasi totalmente coperta dall’imponenza di Villa Saetta.
Si caratterizza per un torrino centrale: un vistoso vano belvedere con apertura trifora.
L’andamento del prospetto principale è concavo mentre quello secondario è convesso. La decorazione parietale è affidata a mattoncini bicolore disposti per fasce verticali. L’incorniciatura delle finestre è
affidata a stilemi neogotici dalla accentuata verticalità in accordo con la slanciata loggia
superiore in stile arabeggiante. Il portone d’ingresso ha una decorazione analoga a quella delle finestre con colonnine laterali dal capitello eclettico.

Durante la permanenza degli ebrei, fu adibita a residenza dei capi che si occupavano dell’emigrazione.

VILLA CAPUTO (già Vaglio – Massa )

Realizzata sul finire dell’800 si presenta più come un grande palazzo urbano che non come una villa di
campagna. L’edificio  dal colore rosso è interrotto simmetricamente dalle cornici in pietra leccese, da finestre e balconi sovrastati da timpani

 

VILLA DEL VESCOVO

Villa Vescovile è una delle più scenografiche  e imponenti dimore storiche di Nardò. Nacque all’inizio della seconda metà del ‘700 e sorse come residenza estiva di Monsignor Petruzzelli, che, purtroppo però, non poté completarla; ci riuscì, invece,  Monsignor Lettieri nel 1838, quando costruì la parte superiore. Ancora oggi è di proprietà della Diocesi di Nardò.

Qui venivano ospitati gruppi di studio e campiscuola, e negli anni ’40 gli ebrei che si erano salvati da Auschwitz.  Essendo stata costruita in un arco di tempo lungo circa un secolo, la parte inferiore riporta elementi neobarocchi, mentre quella superiore è molto più lineare, con tipici spunti neoclassicI

Oggi ospita Oasi Tabor una struttura di ricezione turistica.

 

VILLA VENTURI (già Personè)

Stile manierista 1910. Scenografica scalinata d’accesso ; prospetto che si caratterizza per una trifora che, pur reinterpretando l’apertura ad arco(serliana), viene scandita verticalmente da 4 paraste dai capitelli eclettici. Fasce orizzontali emergenti nel basamento e paraste scanalate con capitello eclettico a fogliame che mettono in risalto gli elementi

VILLA DE BENEDITTIS ( già Villa Cristina dei Personè)

Villa Cristina Personè gode di una struttura dalla bellezza atipica, che lascia il visitatore senza fiato. Si trova a metà strada tra il mare e la campagna, presentando sia anteriormente  che posteriormente un grande e ricco giardino, e un ampio terrazzo da cui è facile ammirare il mare e i suoi umori.

Realizzata tra il 1920-30 è una delle massime espressioni dello stile eclettico che caratterizza gran parte delle ville sorte all’inizio del’900. Al centro della facciata, due sontuose scalinate ricche di trafori manifestano al massimo la magnificenza della villa, esaltando i diversi archi a fiamma in stile moresco, che acquisiscono maggiore prestigio grazie alla raffinatezza della pietra leccese, con cui la villa fu interamente costruita nei primi anni del ‘900. Negli anni ’44-47, gli ebrei l’avevano adibita a  municipio, e vi furono celebrati molti matrimoni.

 

VILLA FONTE (già Muci)

Realizzata nel 1896, è dotata di un portico voltato che funge da   tramite al modesto ingresso. Il
portico si caratterizza per lesemicolonne binate concluse da capitelli di ordine ionico.

 

VILLA DEL PRETE

A caratterizzare questa costruzione del 1912 è una torre angolare quadrata con una cupoletta d’impronta islamica che affianca in modo asimmetrico il lato  destro del prospetto principale.

Rosa. È la prima parola che viene in mente quando la si guarda.
Un elegante viale, immerso nel silenzio, sfocia in un ampio slargo dove sorge la raffinata Villa Del Prete. Sette gradini al centro della semplice facciata conducono all’ingresso e fanno andare gli occhi su, verso i fiori che adornano i muri in pieno stile liberty.

Fiori che si rincorrono saltellando di angolo in angolo, avvolgendo la villa nella fantasia di un sogno incantato. Il lato destro è adornato da un alto torrino, al cui apice troneggia una cupoletta dallo stile arabeggiante. Sulla parte posteriore si trova una facciata molto più ricca, la quale si potrebbe erroneamente pensare che un tempo fosse utilizzata come entrata principale. Nei primi anni del periodo post-bellico, fu utilizzata dapprima come ospedale per gli ebrei, e successivamente come asilo.

Nota di cronaca: sul web esiste un tour guidato a queste ville che viene fatta a gruppi, vi consiglio di farlo se siete amanti del genere oppure vi trovate in una giornata non bellissima per andare al mare.