Posso dire non ne posso più? Si lo dico e anche apertamente. Non ne posso più di sentire parlare dell’Assassina e di vedere “mercificata” questa ricetta, spesso storpiata dal foodblogger o tiktoker di turno che per
prendere l’onda della popolarità farebbe di tutto. Quando vedo certe video ricette fatte anche male mi assale credetemi una voglia di gridare “non si fa cosi” attraverso lo schermo del cellulare; ciò è sicuramente dovuto al mio estremo sentirmi barese e nel voler difendere a spadatratta la mia città e le sue tradizioni culinarie.


Partiamo dal presupposto che anche a Bari non tutti i ristoranti propongono un’assassina ben fatta e in vostro soccorso c’è la guida all’assassina che ho pubblicato sul blog e che viene costantemente aggiornata. Ma se da un lato io stessa sono una fervida sostenitrice dell’assassina pura originale, dall’altra non disdegno delle variazioni sul tema purchè ovviamente siano ben fatte gustose e ben bilanciate.
Non considero una variante la stracciatella che per me va solo a rovinare il piatto spegnendo del tutto il suo fuoco il suo gusto dato dal peperoncino.


Se quindi oramai dappertutto troviamo la versione classica, sono pochi a Bari i locali che si propongono di cambiare e innovare questa ricetta mettendosi perchè no anche in gioco andandosi a scontrare contro i puristi del tema.
Una delle prime varianti, secondo me anche la più buona è sicuramente quella alle rape prodotta e registrata (diffidate quindi dalle imitazioni) da Ghiotto food, servita nel padellino, tostata il giusto ma sempre morbida dove si sente eccome il gusto della rapa e del piccante insieme. Partiamo anche dal presupposto che le rape stufate sono uno dei piatti tipici della nostra città sono rigorosamente piccanti questo quindi va a richamare molto la tradizione barese.

Rimaniamo sempre nella tipicità pugliese con una versione alla San Juannidde di Urban che prevede l’aggiunta al pomodorino di capperi e pesto di acciughe un piatto che a molti richiamerà l’inizio dell’estate visto che viene fatto prettamente nella sera di San Giovanni.
Altra tradizione pugliese sono le cozze e qui la novità è l’assassina con le cozze del Kela Bistrot che ammetto di non aver ancora assaggiato ma che dalla foto mi pare possa essere interessante.
E dal periodo autunnale c’è un’altra assassina che troviamo in carta da Ghiotto che è quella al tartufo, fatta con burro e cosparsa di scaglie di tartufo nero dal gusto inaspettatamente delicato.


Incroci pericolosi tra Puglia e Lazio con le due assassine dedicate alla cucina tipica romana, con la versione alla Amatriciana di Urban e quella nuova di zecca alla Carbonara di Ghiotto che è andata al di là delle mie aspettative in quanto gustosa ma non eccessivamente pesante.

Quale sarà secondo voi la variante migliore?