Chiudi gli occhi ed immagina… siamo a Bari, n dèrr’a la lanz e il sole accarezza il nostro viso come le mani rugose di nonna, dalle barchette, i pescatori parlano in vernacolo, alzano i toni ma quel vociare, stranamente, non disturba e riporta la mente a quel vicoletto del centro storico dove zia, seduta sulla “sedia del regista”, gridava ai passanti di fermarsi a guardare le orecchiette che aveva preparato con tanto amore, nonostante le definisse “a disc-t ngul”.
Ecco, proprio laggiù, vicino a quella scogliera altissima, ci sono dei pescatori che alzano e abbassano continuamente e con vigore le loro braccia, sbattono, con movimenti accentuati, qualcosa…di cosa si tratta? Del polpo, ovviamente!
L’ispettore Forte, in Lolita, ha ultimamente reso celebre il panino “integralista” con il polpo arrostito sulla “fornacella” ma noi, oggi, vogliamo proporvi un qualcosa di ancora più gustoso e sostanzioso che abbia, però, come protagonista, sempre e comunque il re di Bari.
Ecco a voi gli ingredienti ed il procedimento per due persone.
INGREDIENTI
- 150g pomodorini rossi maturi
- 300g polpo (o polipetti)
- uno spicchio d’aglio
- una punta di peperoncino
- sale (se dovesse essere necessario)
- una manciata di capperi
- prezzemolo
- olio qb
infine noi abbiamo “calato” 200g di mezze maniche
PROCEDIMENTO
- Per prima cosa, pulire e lavare per bene il polpo.
- Lessare il polpo con la modalità classica del “si cuoce nell’acqua sua stessa” avendo cura di scolarlo non molto cotto e, quindi, ancora un po’ “croccantino”.
- In una padella, far soffriggere l’aglio nell’olio, poi aggiungere i pomodorini lavati e tagliati a metà. Lasciar cuocere per circa 10min.
- Trascorso il tempo necessario a far appassire i pomodorini, aggiungere anche il polpo a tocchetti, il peperoncino, il prezzemolo tritato ed i capperi. Lasciar cuocere, a fiamma bassa, ancora per circa 5-8min.
- Assaggiare e salare solo se dovesse essere necessario.
- Lessare il vostro formato di pasta preferito e scolarlo 2-3min prima della cottura indicata per saltare con il sughetto.
(non dimenticate di fare la scarpetta!)
Articolo a cura di SalePepe