La cucina giapponese a Bari raccoglie da anni molti consensi tanto più che costantemente si aprono nuovi ristoranti sia alla carta che all you can eat.
Se in un precedente articolo vi avevo parlato di questi ultimi oggi mi voglio soffermare su uno dei primi aperti in città che ha avuto successo e che durante il corso degli anni si è evoluto mantenendo però sempre un target alto e clienti fissi soddisfatti.

Il Taiki sushi io me lo ricordo molto bene quando più di dieci anni fa aprì era una novità in tutto è stato il primo a vendere le box di sushi che tanto ormai vanno di moda soprattutto da quando c’è stata l’emergenza pandemica e la proliferazione del delivery; beh loro già lo facevano da anni e con successo.


Poi il locale si è ingrandito, la cucina e le idee pure fino ad arrivare ai giorni nostri dove ti accomodi in una sala dai colori del legno con grandi stampe che inneggiano al sol levante il bancone sushi sempre ben in vista e la parete laterale all’entrata piena di bottiglie del miglior sakè proveniente direttamente dal Giappone.


La qualità quindi c’è ma come sappiamo non basta ci vuole anche cambiamento ed evoluzione ed è proprio per questo motivo che presso di loro è arrivato un giovanissimo chef Francesco Centanni che dopo l’alberghiero ha deciso prima di formarsi nelle cucine gourmet del Veneto di  Madonna di Campiglio e di Udine fino a quando poi il richiamo della terra natia lo ha riportato in Puglia.
Qui ha finalmente esplorato la cucina regionale che ha rielaborato in chiave moderna grazie anche ai preziosi insegnamenti derivati da due importanti chef pugliesi Antonio Scalera e Antonio Bufi fino a quando ha scoperto una vera passione per la cucina fusion cambiando quindi totalmente visione delle cose e buttandosi anima e corpo in questa nuova avventura insieme al Taiki.


Creare è difficile soprattutto a Bari non è semplice perchè molti sono ancora ancorati ai soliti sicuri sapori di un tempo ma Francesco insieme al Taiki ha avuto il coraggio di cambiare dando alla luce un menù fusion che è costantemente in evoluzione e aggiornamento prediligendo i prodotti tipici locali comead esempio la carota viola di polignano e le rape.
Il risultato è interessante e se siete curiosi come me questo è il posto giusto per lasciarvi ammaliare da nuovi sapori.


Io sono una grande appassionata dei gyoza (i ravioli al vapore o alla piastra per intenderci) e so che Francesco in questo è molto bravo difatti la mia prima richiesta prima di cominciare la degustazione è stata “portami quello che vuoi ma i gyoza non possono mancare” e quando sono arrivati in realtà l’occhio mi è caduto subito sulla cromia del piatto, sulla base del quale c’era il bianco della salsa al cocco, il rosso scuro del lampone e delle more, il verde della mela verde e lime.
Sui gyoza dalla sfoglia sottile ripieni di carne si poggiavano ali di chips di carota viola di Polignano, l’elemento croccante del piatto che accompagnavano il tutto facendomi dimenticare fino ad ora assaggiati.


E sempre in tema di cromia del piatto anche il maialino iberico secreto uno dei piatti speciali proposti dallo chef ha destato la mia attenzione con il suo gusto raffinato e tenero del maialino marinato nel mirin in aggiunta con salsa di cachi e miso, una soffice spuma di cavolfiore e un “prato in fiore” di verza scottata e gel di barbabietola (altro elemento croccante). Per mangiare bene un piatto del genere è sempre consigliato unire tutti gli elementi del piatto e assaggiarli insieme, la bravura di uno chef che si occupa poi di fusion come in questo caso è proprio questa assemblarli in modo tale da non farli stonare come se fosse una melodia da comporre.


All’inizio dell’articolo vi ho parlato di innovazione di cambiamento e anche di azzardo ed è ciò che ho trovato in una “zuppa” di dumplings vegetariani che se all’esterno parevano orientali all’ interno erano tutti italiani grazie al ripieno di funghi chiodini rape  stufate e purea di barbabietola affumicata su base di zuppa di miso e ricotta di bufala (che mix) lime e dashi di funghi. Piatto molto particolare a mio avviso non adatto a tutti i palati lo dico con estrema franchezza perchè è davvero molto delicato quindi se siete persone che cercano sapori molto forti questo non è per voi orientatevi su altro come questo saporito e croccante Sandwich Lobster che vedete in foto sotto con astice cetriolo cocco e salsa lobster .


Quando si fa un certo tipo di cucina come questa la manualità la precisione e la cura dei dettagli è davvero fondamentale e il nigiri al tonno che ho assaggiato è l’essenza di tutto ciò dalla foto potete rendervi conto della bellezza, assaggiandolo, di quanto ogni singolo elemento sia fondamentale. Scommetto che forse non tutti sanno che quelle perle dorate che vedete sono aglio…in realtà non lo sapevo neanche io l’ho scoperto quel giorno. Non fatevi prendere dal panico,  in bocca il suo sapore non rimarrà per niente anzi insieme al tonno e al porro croccante era una bomba di gusto, è uno dei nigiri migliori che abbia mai provato.

Taiki è anche e soprattutto sushi di altà qualità e di buon gusto quindi affiancate sempre a qualche piatto fusion imperdibile dello chef Centanni dei nigiri e dei roll, magari se volete un consiglio scegliete sempre qualcosa di differente rispetto a quelli che trovate in tutti gli altri ristoranti (i cosidetti basici) approfittate del fatto di essere in un ristorante che ricerca e che crea per provare un’esperienza di gusto diversa .

La bellezza di questi locali è proprio questa entrare sedersi e viaggiare anche con un solo piatto in tanti posti diversi del mondo e io quel giorno l’aereo del gusto l’ho preso più volte.