La notte di San Giovanni per me ha sempre rappresentato un problema perchè essendo nata il 23 giugno ogni qualvolta decidevo di fare una festa per il mio compleanno avevo puntualmente molte defezioni tutte con la stessa motivazione…”eh ma è la vigilia di San Giovanni non posso”.
Questa risposta non la sopportavo più così cominciai ad ovviare al problema festeggiando alla mezzanotte del giorno prima.
E’ una notte carica di magia e mistero ma in Puglia anche di buon cibo come da tradizione ogni volta che c’è da festeggiare qualcosa c’è sicuramente tanto da mangiare.
La tradizione infatti vuole che per onorare il santo chi porta il nome Giovanni dovesse imbandire la tavola con un piatto semplice ma buonissimo “du vermicide alla San Giuannidde” ossia una piccola quantità di spaghetti conditi con il pomodoro fresco appena appasito nell’olio, con aggiunta di cipolla affettata e foglioline di basilico ormai detti gli spaghetti alla San Giuannidde che è si un piatto estivo ma che io onestamente propongo e mangio tutto l’anno ed è anche uno dei piatti tipici di Bari secondo me a volte poco considerato rispetto a tanti altri.
Ricordo ancora le vigilie di San Giovanni in famiglia quando venivano preparati era una grande festa per tutti. Oggi giorno però è un piatto che potete trovare anche in qualche ristorante tipico in città e uno dei più buoni che ho mangiato è sicuramente quello della Taverna Verde ristorante di tradizione.
Per chi volesse provare a farli eccovi la ricetta:
INGREDIENTI PER 2 PERSONE
- 160 gr di spaghetti
- 50 gr di olive nere o taggiascheù
- 2 filetti di acciuga
- 200 gr di pomodori datterini
- peperoncino
- capperi
- olio
- aglio
Il procedimento è davvero semplice basta far rosolare il tutto in padella per circa 10 minuti cuocere la pasta e poi amalgamare il tutto, più olio mettete e più saporito sarà questo piatto ma non esagerate invece con il sale.
Se invece volete una versione diversa della san Giuannid potete provare la mia ricetta in versione mare che trovate a questo link realizzata però con i paccheri rigati.
A fine pasto però non possono mancare due cose: i fioroni anche detti “le chelumme de San Geuanne” e si usava recitare questa frase«San Geuanne San Geuanne, pigghe chelumme e ammine ‘nganne» e poi alzarsi dal tavolo concludendo la serata con “Storia me non è chiù, male a lore e bene a nù. Ce qualche june da demande, me senghe megghie mò ca tante, ce da demande u patrone, stogghe disciune!”.
In generale la vigilia di San Giovanni è sentita un pò in tutta la Puglia per esempio in Valle d’Itria tra Locorotondo e Alberobello si usava bruciare le vecchie erbe nei campi per renderlo di nuovo fertile oppure raccogliere le noci, proprio mentre il sole sta sorgendo e di farlo a piedi nudi per dare vitalità alla pianta e per bagnarsi con la rugiada, altro elemento naturale importantissimo in questa festa.
Io ogni anno invece come rituale faccio l’acqua di san Giovanni che si dice porti amore fortuna e salute e si prepara sempre tra il 23 e il 24 giugno durante il solstizio d’estate. Basta davvero poco una ciotola di acqua erbe e fiori spontanei nessuno in particolare a vostra discrezione. Dopo il tramonto, le erbe raccolte vanno messe in acqua e si lasciano all’esterno per tutta la notte, così che possano assorbire la rugiada del mattino. Le erbe raccoglieranno la rugiada e da essa acquisiranno proprietà magiche.
Il mattino seguente prendete la vostra acqua lavatevi il viso con questa acqua profumata (vi assicuro sarà un piacere) e avrete attuato il rituale magico propiziatorio e di purificazione.
I più scettici diranno che queste cose non esistono ma sapete che c’è io lo faccio non si sa mai…
E voi rispettate questa tradizione?